Dopo Salvini ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La rotta libica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

POLITICA INTERNAZIONALE E DELLE MIGRAZIONI

Corso di Laurea magistrale in Storia e società 2019/2020

 

Gruppo 4: Analisi della politica italiana

 

Giuseppe D'Avella   peppe.davella@gmail.com  

Matteo Cardilli         matteo.cardilli@icolud.com

Riccardo Fabrizi      riccardo.fabrizi89@gmail.com

Luca Guarnieri         luca94.guarnieri@libero.it

 

Le politiche italiane sull'immigrazione

Quadro generale della politica sull’immigrazione in Italia (Matteo Cardilli)

La politica sulla migrazione in Italia non è mai stata definita come punto fondamentale dagli anni dell’Unità d’Italia fino alla fine del XX secolo,

con una graduale normalizzazione del fenomeno.

Al momento dell’Unità d’Italia la presenza straniera era dello 0,4% e gli stranieri erano soggetti a forme di sorveglianza analoghe a quelle

degli italiani però erano presenti solo alcune norme, limitate, come l’espulsione in caso di assenza di documenti di riconoscimento, per condotte

penali o per ordine pubblico. Durante il periodo fascista fu burocratizzato il fenomeno, con controlli più severi, che prevedevano per la registrazione

l’obbligo di visto, di notifica di arrivo e di domicilio.

La normalizzazione del fenomeno iniziò negli anni ottanta del XX secolo, quando toccò anche l’opinione pubblica grazie ai numerosi sbarchi

dall’Europa dell’Est sulle coste adriatiche con una registrazione della presenza straniera nel territorio pari allo 0,9% (1989); nel 2009 questa

percentuale arriva al 7,1% con, come vedremo, ripercussioni sulle normative dovute anche al contesto della crisi economica imperante in quegli

anni. Oggi, nel 2019, è all’ 8,7 %.  (vedi il documento completo)

Sitografia:

http://www.treccani.it/enciclopedia/le-politiche-di-immigrazione-in-italia-dall-unita-a-oggi_(Dizionario-di-Storia)/

http://www4.istat.it/it/immigrati

https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2019/

 

Il primo Governo Conte  (Luca Guarnieri)

Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, il 1 giugno dello stesso anno, Giuseppe Conte viene nominato premier del Governo di coalizione nato da un accordo

tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Tra le prime mosse del nuovo Governo “giallo-verde” c’è l’approvazione del decreto-legge, chiamato

Decreto Sicurezza o Decreto Salvini,  che introduce disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione.

Il decreto si articola in tre parti (immigrazione, sicurezza pubblica e organizzazione del ministero dell’Interno e dell’Agenzia nazionale per i beni

sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata). Senza dubbio, la sezione relativa all’immigrazione rappresenta la parte più controversa del

provvedimento. Il primo dei 14 articoli relativi all’immigrazione segna la volontà da parte del Governo di attuare un taglio netto con il passato:  

viene prevista infatti l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Se fino a quel momento un immigrato poteva ricevere il

permesso di soggiorno (della durata di 2 anni)  da parte del Questore per gravi motivi di carattere umanitario, con il nuovo decreto viene reso più

difficile l’ottenimento di quest’ultimo e vengono creati nuovi permessi “tipizzati” più difficili da ottenere,  di durata più breve e talvolta non

rinnovabili.

Un altro cambiamento apportato dal Decreto Salvini è quello relativo ai tempi di permanenza nei Centri per i rimpatri (CPR). I CPR sono le

strutture di trattenimento per gli stranieri irregolari e la loro funzione è quella di trattenere il migrante fino al rimpatrio. Il nuovo decreto ha previsto

l’aumento dei CPR (con l’obiettivo di arrivare ad almeno un Centro per regione) e il prolungamento dei tempi di permanenza nei centri

(da 90 a 180 giorni).  È interessante capire quanto questi centri siano effettivamente efficaci: nel 2018, nei sette CPR presenti sul territorio italiano,

sono stati trattenuti 4092 migranti e di questi solo meno della metà sono stati effettivamente rimpatriati (43%), mentre gli altri sono stati

rimessi in libertà o per mancanza di convalida da parte dell’autorità giudiziaria o per scadenza dei termini. Ci si interroga dunque sull’effettiva utilità

di questi Centri.

Un altro tema toccato dal Decreto Sicurezza è quello relativo al sistema di accoglienza: secondo l’articolo 12 è previsto  il ridimensionamento

dell'accoglienza del Sistema “diffuso” di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in Italia (lo SPRAR, gestito con i Comuni), che in

futuro sarà riservato esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati. I richiedenti asilo potranno trovare

accoglienza solo nei centri ad essi dedicati, i CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo).

Come detto in precedenza la sezione relativa all’immigrazione è quella più controversa di tutto il Decreto Sicurezza. Innanzitutto il fenomeno migratorio

viene messo al pari di quello di mafia e terrorismo, con il velato obiettivo di legare il fenomeno terroristico a quello migratorio. Secondo uno studio

effettuato dall’ISPI, con l’abolizione della protezione umanitaria, il numero dei migranti irregolari aumenterà del 26% entro la fine del 2020.

Inoltre il Decreto presenta punti incostituzionali, come ad esempio, nel caso si tratta di un soggetto che abbia ottenuto la cittadinanza italiana

nel corso della sua esistenza,  la revoca della cittadinanza stessa nei confronti di chi è condannato per gravi reati di terrorismo.

Sitografia:

https://www.ilsole24ore.com/art/decreto-sicurezza-e-immigrazione-ecco-cosa-prevede-AES48AcG

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/10/04/18G00140/sg

https://www.valigiablu.it/decreto-sicurezza-salvini-immigrazione/

https://www.ispionline.it/

Bibliografia

Il Decreto Sicurezza bis e il caso Sea Watch 3 (Luca Guarnieri)

Il 5 agosto 2019 entra in vigore un altro decreto voluto fortemente dall’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini, il Decreto Sicurezza bis.

Analogamente al Decreto Salvini, anche il Decreto Sicurezza bis presenta alcune parti discutibili soprattutto nella sezione relativa all’’immigrazione.

Sono diciotto gli articoli totali del Decreto con i quali si modifica il Codice della Navigazione e la gestione dei porti, il codice penale, le modalità

di manifestazione e riunione e la sicurezza interna.

Analizzando gli articoli riguardanti l’immigrazione, si può notare l’impronta che il ministro Salvini vuole dare all’intero Decreto e cioè quella di

sanzionare pesantemente il trasporto irregolare dei migranti.

(..............)

Le nuove norme del decreto sono subito applicate nel caso Sea Watch 3: dopo diversi giorni in mare senza la possibilità di attraccare in un porto sicuro,

il 29 giugno Carola Rackete a bordo della nave della ONG tedesca decide di forzare il blocco a Lampedusa, mettendo in salvo le 42 persone a bordo.

La capitana viene posta agli arresti domiciliari per violazione dell’art. 1100 del Codice della navigazione (atti di resistenza o violenza contro una nave

di guerra nazionale) rischiando così dai 3 ai 10 anni di reclusione. Torna libera dopo quattro giorni per “insussistenza del reato di resistenza e violenza

nei confronti della motovedetta della GDF”. 

(vedi il documento completo)

 

Il secondo Governo Conte  (Giuseppe D'Avella)

Il secondo governo Conte ha indubbiamente segnato una svolta nella politica migratoria italiana: è cambiata la maggioranza governativa dove,

accanto al Movimento 5 stelle, al posto della Lega sovranista guidata da Salvini, c’è il PD di Nicola Zingaretti. Lo spostamento verso sinistra è stato

quindi evidente; degno di nota è stato anche l’avvicendamento al Viminale, dove Matteo Salvini leader mediaticamente molto attivo ha lasciato

il posto a Luciana Lamorgese, una figura “tecnica” che si è tenuta lontana dagli schermi e ha cercato di abbandonare l’approccio emergenziale del

governo precedente e normalizzare il problema.

Dopo pochi mesi di governo giallorosso è ancora presto per parlare di effettivi cambiamenti, anche se qualche piccolo miglioramento sembra

esserci stato nell’accoglienza dei migranti; e quel che è certo è che sia ragionevole attenderne altri, dato che la neoministra dell’Interno ha dimostrato

negli anni passati di avere un approccio opposto a quello di Matteo Salvini, avendo cercato di favorire i centri più piccoli situati in piccole città,

contrariamente al leader leghista, che con la sua politica ha promosso i centri più grandi.

Il cambiamento non è stato tuttavia evidente come qualcuno si sarebbe aspettato, infatti i nuovi equilibri di governo e l’avvicendamento al Viminale non

hanno portato a un annullamento del decreto sicurezza di Salvini, che resta tutt’ora in vigore; la situazione probabilmente non cambierà a meno che non

ne sia provata l’incostituzionalità, ma il nuovo governo Conte è rimasto coerente con la linea portata avanti da quello precedente. Il premier Conte ha

infatti promosso solo delle piccole modifiche al decreto sicurezza bis secondo i suggerimenti dati dal presidente della Repubblica; tuttavia tali modifiche

non cambiano i principali provvedimenti presenti nel decreto.

Quello che il nuovo governo sembra voler cambiare è il suo rapporto con l’Unione Europea, questo secondo governo Conte pare avere un approccio

più conciliante nei confronti dell’Europa rispetto a quello mantenuto da Salvini, tale linea è sostenuta anche dal leader del PD, Nicola Zingaretti,

che tuttavia non sembra occuparsi del problema con particolare attenzione, soprattutto rispetto a quanta esso ne riceveva dal governo precedente.   

 

https://www.ilpost.it/2019/10/29/immigrazione-nuovo-governo/

https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2019/09/10/nuovo-governo-immigrazione

http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2019/11/04/news/conte-due-porti-chiusi-1.340444

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/10/09/news/immigrazione-europa-1.339505

https://www.nicolazingaretti.it/notizie/proposteimmigrazione/

https://www.agi.it/politica/migranti_lamorgese_sbarchi-6351068/news/2019-10-13/

 

I Centri Sprar/Siproimi (Giuseppe D’Avella)

 

Negli ultimi 15 anni il numero degli immigrati accolti nel sistema SPRAR è cresciuto in maniera non costante ma comunque continua, nel 2003

offriva 1.365 posti, nel 2008 ne offriva 4.388, nel 2013 ha superato i 10.000 e nel 2018 ha raggiunto 35.881 posti riuscendo ad ospitare 41.113 migranti.

I centri SPRAR offrono ai migranti accoglienza e integrazione basandosi su quella che è la realtà di ciascun comune sfruttando le reti territoriali per

favorire l’inserimento dei migranti nella società; i migranti sono inoltre seguiti individualmente e sono previsti progetti specifici per minori non

accompagnati e persone che necessitano di cure particolari a causa di disabilità fisiche o psichiche.

L’evoluzione di tali centri ha facilitato inoltre negli ultimi anni il trasferimento all’interno di essi di migranti provenienti da Centri di Accoglienza

Straordinari (CAS) e Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) permettendo di segnalare casi delicati a causa di malattie che sono stati

inseriti nei programmi specifici previsti dai centri SPRAR. Nel 2017 dai CAS sono stati inseriti nel sistema SPRAR 12.985 persone, nel 2018 ne sono

stati inseriti 16.520.

Tale sistema che nel 2018 continuava a crescere favorendo un inserimento ben organizzato dei migranti sulla totalità del suolo nazionale è stato messo

in crisi dal decreto sicurezza che ne ha fermato lo sviluppo togliendo un importante risorsa ai sindaci per integrare efficacemente gli stranieri all’interno

delle proprie città. tale decreto rischia pertanto di favorire invece l’approccio emergenziale alle migrazioni andando ad aumentare marginalità e

conflittualità nella società a causa di un integrazione mal gestita dai grandi centri di accoglienza. Nello specifico il decreto sicurezza permette l’accesso

ai centri SPRAR ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati stranieri, oltre che agli stranieri in possesso di un permesso

di soggiorno per casi speciali, per cure mediche, per calamità, per atti di particolare valore civile.

I richiedenti asilo non potranno però essere più accolti ma si fermeranno nei centri di prima accoglienza, mentre per chi possiede un permesso di

soggiorno per motivi umanitari non è più previsto alcun tipo di accoglienza.

A distanza di un anno dal decreto sicurezza se ne possono già vedere gli effetti, nell’ottobre 2019 il numero di posti finanziati è sceso a 33.625 ed

alla fine del mese di novembre gli immigrati ospitati nei centri SPRAR è sceso a 24.568. 

 

https://www.sprar.it/wp-content/uploads/2019/11/Atlante-Sprar-Siproimi-2018-leggero.pdf

https://www.sprar.it/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-10-Numeri-SITO-p.pdf

http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_30-11-2019.pdf

 

 

I rapporti tra Italia e Libia (Matteo Cardilli)

Un tentativo tardivo per controllare l’immigrazione?  

Le riflessioni sulla strategia dello Stato italiano per gestire un fenomeno cosi ampio e importante, per una questione etica e di impegno storico,

si sono rivelate fallimentari. Leggi e sanatorie emanate dal Parlamento con una visione non complementare né approfondita sui reali meccanismi di

cui l’immigrazione fa uso come il traffico di esseri umani, ormai un business, hanno portato alla trasformazione del fatto nella causa generale del

malessere cittadino, strumentalizzato politicamente dai governi orientati verso l’originaria destra politica.

(Vedi il documento completo)

 

(Vedi anche il documento completo di Giacomo Falciano)

 

Fonti governative accordi Italia-Libia:

http://www.governo.it/sites/governo.it/files/Libia.pdf

 

Libri rapporti Italia Libia:

Massimo Borgogni,‎ Paolo Soave, Italia e Libia. Un secolo di relazioni controverse, Aracne, 2014.

Paolo Sensini, Libia. Da colonia italiana a colonia globale, Jaca Book, 2017.

Stefano Trinchese, La Libia nella storia d'Italia (1911-2011), Mesogea, 2015.

 

 

Migration Compact

Articoli web migration compact:

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/04/15/migranti-ecco-cosa-prevede-il-migration-compact_dd9218ff-b185-46a0-8723-71194011eb5b.html

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-04-19/gentiloni-ampliare-portata-migration-compact-180512.shtml?uuid=AEd00s7

http://www.huffingtonpost.it/filippo-miraglia/migration-compact-il-piano-italiano-proposto-allue_b_9718790.html

http://www.huffingtonpost.it/2016/04/17/migranti-_n_9715082.html

https://www.a-dif.org/2016/04/19/migration-compact-la-commissione-europea-elabora-e-renzi-rivende-come-propria-la-proposta/

https://portaleimmigrazione.eu/cose-il-migration-compact-o-patto-sulla-migrazione/

http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/interviste/2016/06/giro-il-migration-compact-non-puo.html

http://www.vita.it/it/article/2016/04/22/migration-compact-mario-giro-ue-e-africa-corresponsabili-sulle-migrazi/139129/

  Fonti governative migration compact:

http://www.governo.it/sites/governo.it/files/immigrazione_0.pdf

http://www.governo.it/sites/governo.it/files/LetteraRenzi.pdf

http://www.governo.it/sites/governo.it/files/Lettera_Juncker_20160420.pdf

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

        Dipartimento di 

         studi umanistici

 

    Testi e bibliografie

 

 

   I Centri immigrati

     a Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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