Algeri
Nel 1974, insoddifatti della nostra vita in Italia, delusi dall'esito infelice del '68 italiano, sentendoci in qualche modo imborghesiti, con Laura abbiamo deciso
di cambiare vita: e dopo una breve ricerca di una meta africana - il continente che ci sembrava più stimolante, per la nostra voglia di cambiare il mondo -
abbiamo deciso di raccogliere tutti i nostri averi in un maggiolino wolkswagen, abbiamo attraversato in nave il Mediterraneo e abbiamo percorso in auto
tutta la costa nord della Tunisia in direzione della nostra meta, Algeri.
Laura ha insegnato italiano presso il Centro culturale italiano, con centinaia di studenti. Io ho trovato un incarico all'Università Ben Aknoun, sulla storia e
la cultura italiana, e ho anche lavorato, come grafico, alla Cinématheque algerienne, dove gli studenti potevano vedere i cinegiornali della Liberazione e la
Battaglia di Algeri, ma anche i film della nouvelle vague o del cinema novo latinoamericano.
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Il centro, all’epoca, era affollato fino all’inverosimile da giovani, e non soltanto algerini: la città era meta di militanti rivoluzionari, di esuli dei più diversi paesi,
non solo dal Cile, ma soprattutto dagli stati africani appena liberati dal colonialismo, o ancora in lotta per la liberazione, come l’Angola, il Mozambico, il Ciad,
Capoverde; ma anche dai leader fuggiaschi dei Black Panthers, come Eldridge Cleaver o Stokely Carmichael, che incontrò proprio ad Algeri Miriam Makeba,
che doveva diventare sua moglie…
Due anni meravigliosi, anche per la nascita di nostro figlio, Parvis.
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.............. Parvis, sulla stessa panchina del Jardin d'essai, 45 anni dopo.
Nel 2020, per festeggiare i 50 anni vissuti insieme, siamo tornati ad Algeri, 46 anni dopo la nostra avventura. E con noi è tornato, lì dov'era nato, nostro figlio Parvis.

Alla Grande Poste Memorial du Martyr
Memorial dal Jarden d'Essai Memorial di nottei notte Da Rue Montfleury

Dall'Hotel La Didouche Mourad Verso l'aeroporto Sulla Moutonniere
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